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Le risorse europee per lo sport e la salute mentale: un’opportunità per tutti

Lo sport rappresenta sempre più un veicolo d’inclusione, partecipazione e aggregazione sociale nonché uno strumento di benessere psicofisico, di cura e di prevenzione.


Lo sport permette in generale lo sviluppo di capacità e abilità essenziali per la crescita equilibrata di ciascun individuo ma assume anche un ruolo centrale per la riabilitazione e il reinserimento sociale di persone che vivono una condizione di fragilità.

Su queste basi, l’unione Europea ha lanciato nel 2014, ERASMUS+ sport, il primo programma europeo dedicato interamente allo sport, destinato principalmente alle organizzazioni sportive dilettantistiche per sviluppare progetti e iniziative di promozione dello sport e dell’attività fisica come strumenti trasversali di educazione e sviluppo socioeconomico. Uno stanziamento di risorse crescenti negli anni, distribuite attraverso bandi pubblici periodici, aperti anche alle organizzazioni più piccole e senza esperienza, purché in grado di proporre e sviluppare contenuti significativi e innovativi.

Un’opportunità importante senza precedenti per il comparto sportivo che per la prima volta ha potuto accedere a risorse significative per sviluppare progetti complessi e internazionali, incentrati principalmente sullo sport di base e per tutti.

Proprio in questo contesto è nata l’esperienza della nostra associazione. Dopo aver colto sul territorio l’entusiasmo dei servizi che utilizzano lo sport per la salute mentale e condiviso i valori sottostanti, abbiamo deciso di sostenere totalmente il progetto della Nazionale Italiana Crazy for Football, la prima nazionale di calcio formata da persone in cura o trattamento nei servizi territoriali per la salute mentale.

Eravamo tutti consapevoli che per poterlo portare avanti, ampliarlo e renderlo fruibile a un numero sempre maggiore di ragazzi era necessario trovare anche le risorse economiche adeguate. E ce ne siamo accorti bene nel 2018 quando abbiamo organizzato la Dream World Cup, il campionato del mondo dei pazienti psichiatrici, e abbiamo ospitato a Roma oltre 150 calciatori con disturbo psichico provenienti da 9 Paesi e 4 continenti diversi.

Tutto è stato perfetto, anche il finale, visto che l’Italia di Crazy for football si è laureata campione del mondo, tranne il reperimento delle risorse economiche che per svariati motivi non sono arrivate in maniera adeguata e commisurata all’imponenza e all’importanza della manifestazione.

In quel momento ci siamo resi conto che dovevamo strutturare un percorso progettuale diverso e cercare nuove fonti di finanziamento. E fortunatamente è arrivata l‘Europa ed Erasmus+ sport, che ha apprezzato i nostri contenuti e ha finanziato il progetto SPHERE, la prima iniziativa in Europa che poneva lo sport al centro dei percorsi di riabilitazione psichiatrica.

Era il 2018 e da quel momento abbiamo mescolato sempre di più la convinzione dei contenuti del lavoro degli operatori impegnati nella riabilitazione e la nostra grande capacità di progettazione, intercettando altre istituzioni, vincendo altri bandi e portando all’attenzione dell’Europa e dei nostri partner una serie di temi che vedono lo sport al centro di ogni percorso di reinserimento sociale e lavorativo di persone fragili e svantaggiate.

Attualmente gestiamo molti progetti che hanno l’obiettivo comune di portare lo sport (e tutte le forme espressive di arte e cultura) all’interno delle comunità educative e terapeutico sanitarie, nelle residenze per anziani, nelle carceri, nei centri di accoglienza per immigrati e rifugiati, nelle scuole.

Il lavoro che stiamo facendo è quello di trasmettere l’importanza dello sport come strumento di aggregazione e socialità ma anche dell’esercizio fisico strutturato come strumento di terapia al pari del trattamento farmacologico e psicologico.

Grazie ai fondi e alle risorse pubbliche la nostra associazione è cresciuta nel tempo e adesso si avvia a diventare un’impresa sociale, ovvero un operatore economico senza scopo di lucro, ma con una visione e una organizzazione tipiche delle grandi imprese con l’obiettivo generale di utilizzare lo sport e la cultura come strumenti di lotta alle disuguaglianze, obiettivo che è uno dei pilastri dell’agenda europea 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Nella nuova programmazione europea, 2021-2027, insieme al piano di ripresa Next Generation EU, l’Unione metterà a disposizione il doppio delle risorse che ci sono state in questi anni.

È questa la grande opportunità per tutte le associazioni sportive e di promozione sociale che attraverso questi fondi hanno la possibilità per sviluppare nuove iniziative sempre più professionali e accompagnare il profondo cambiamento del no profit e del terzo settore in generale.

 

Autore: VALERIO DI TOMMASO, Presidente di APSSD, European Culture and Sport Organization-ECOS