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ALCOLISMO IN ITALIA E NEL MONDO: INCIDENZA, RISCHI, SINTOMI E STORIE DI RINASCITA

Guida al riconoscimento della dipendenza da alcol con le testimonianze di chi è guarito.

ALCOLISMO IN CIFRE: I NUMERI NEL MONDO E IN ITALIA

L’alcolismo, inteso come disturbo da abuso di alcol (AUD) è un fenomeno trasversalmente diffuso dalle drammatiche conseguenze che affligge tra il 10 e il 15% della popolazione mondiale. Potremmo definire la dipendenza da alcol, con tutti i suoi risvolti sanitari e socio-culturali, la “madre” di tutte le dipendenze, trattandosi di un problema antico quasi quanto l’essere umano. Aggiornato agli anni venti del 2000, la piaga dell’alcolismo appare tutt’altro che superata, nonostante se ne conoscano perfettamente le terribili complicanze in termini di salute e di sicurezza pubbliche e svariate siano state, nei decenni trascorsi, le campagne per sensibilizzare al consumo consapevole e moderato delle bevande alcoliche. In termini crudamente numerici, per quanto riguarda l’Italia, basterà citare alcuni dati di un sondaggio riportati nel rapporto ISTISAN del 2020 a cura del SSN, sull’impatto dell’alcol nel nostro Paese relativo al 2018.

  • 16 milioni di persone sopra gli 11 anni (40% uomini e 20% donne) hanno dichiarato di aver consumato bevande alcoliche fuori pasto. Il trend è in aumento rispetto nel decennio precedente soprattutto per quanto riguarda le donne.

  • 5 milioni di persone (14,2% uomini e 6,1% donne) sopra gli 11 anni hanno ecceduto nel consumo di bevande alcoliche in modo abituale. Le due fasce di età in cui si è registrato l’aumento più significativo sono state gli e le adolescenti e le persone over 65.

  • I consumatori a rischio, ovvero coloro che hanno abitualmente superato i limiti di unità alcoliche consigliate, sono stati 8 milioni e 700mila (oltre sei milioni gli uomini e due milioni e mezzo le donne con trend in crescita) dei quali 800mila minorenni e addirittura due milioni e 700mila over 65. Sono queste, infatti, le fasce di età più esposte ai rischi sanitari legati all’eccessivo consumo di alcol.

Se ci allarghiamo all’intero pianeta usando i dati aggiornati OMS, veniamo a scoprire che:

3 MILIONI DI PERSONE SONO MORTE

Nel 2016 3 milioni di persone sono morte a causa dell’alcol, principalmente a seguito di incidenti (28,7%), malattie dell’apparato digerente (21,3%), patologie cardiovascolari (19%). Inoltre 132,6 milioni hanno sviluppato una qualche forma di disabilità cronica.

Nel 2016 il 7,2% di tutti i decessi in età inferiore ai 69 anni si è verificato per colpa dell’alcol.

AUMENTO DEL CONSUMO DI ALCOL

Il consumo di bevande alcoliche pro capite a livello globale è passato dai 5,5 litri del 2005 ai 6,4 litri del 2016, con i livelli più elevati registrati in Europa

ALTRI DATI A RISCHIO
  • L’Europa registra il più alto consumo di alcol del pianeta
  • Sempre in Europa ogni giorno si verificano tra gli 800 e i 2500 decessi attribuibili all’alcol
  • Il 51% del carico totale di malattie, nel mondo, è alcol-correlato

Dati da brivido che devono però essere opportunamente contestualizzati e inquadrati. Consumare anche abitualmente vino o birra (specialmente a pasto) non significa essere alcolisti! Proviamo a capire chi è a rischio, e come riconoscere i sintomi della dipendenza da alcol conclamata.

ALCOL CONSENTITO E CONSUMATORI A RISCHIO

Entriamo in un territorio decisamente problematico, in cui tradizione e cultura enogastronomica si “scontrano” con i rigidi paletti della medicina ufficiale e con la crudele schiettezza delle evidenze cliniche. Stando alle indicazioni di OMS e ISS non esiste, infatti, un rischio zero relativo al consumo di alcolici. In buona sostanza, chiunque beva anche piccole quantità di alcolici alla settimana, deve prendersi la responsabilità di sapere che così facendo aumenta le sue probabilità di ammalarsi di cuore, di tumori, di neuropatie. L’alcol, infatti, è un riconosciuto fattore di rischio per oltre 200 malattie diverse. Intuitivamente, capiamo però che il consumo “davvero” dannoso, correlato a incidenti, disabilità, patologie croniche e mortalità, è legato a fattori variabili e soggettivi quali:

  • La quantità di alcol assunta nell’arco della vita in modo sistematico
  • La frequenza del consumo
  • La somma delle bevute occasionali binge
  • Le caratteristiche fisiche, il sesso e l’età in cui si è iniziato a bere
  • La sensibilità individuale

In generale, non è così facile distinguere un bevitore abituale da una persona “alcolizzata”. Nel primo caso avremo un consumatore di bevande alcoliche a rischio, nel secondo una persona che ha già sviluppato una dipendenza, e non può restare senza la sua “dose” quotidiana senza avvertire gravi conseguenze a livello fisico e mentale legate alla sindrome da astinenza. Innanzi tutto, definiamo la quantità di alcol che un individuo adulto può consumare ogni giorno senza compromettere la sua salute secondo le indicazioni del CREA (Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione):

1 BICCHIERE

=

1 UNITA’ ALCOLICA

=

12 GRAMMI DI ALCOL (ETANOLO)

Il consumo di una o due UA giornaliere è considerato sicuro (con i limiti di cui sopra) per le persone adulte, ma non per le donne in gravidanza e per i minori, i quali dovrebbero astenersene del tutto. Inoltre, per gli uomini over 65 le UA giornaliere consigliate scendono ad una.

Particolarmente dannoso è poi il consumo occasionale binge di 5-6 o più UA, ovvero concentrato in un’unica serata. Nel nostro Paese, come nel resto del mondo, i binge drinkers sono soprattutto giovani, sia maschi che femmine, tra i 18 e i 24 anni, che senza rendersi conto dell’effetto estremamente nocivo nel breve e nel lungo termine che tali “abbuffate” alcoliche producono sul loro organismo, si incontrano per bere soprattutto nei fine settimana.

Riprendendo a scorrere Il rapporto ISTISAN scopriamo come classificare i bevitori in base alle abitudini di consumo, che possono essere utili a capire anche il livello di rischio alcolico.

CONSUMATORI ABITUALI ECCEDENTARI

Tutti coloro che superano, anche di poco, le UA indicate come sicure per la fascia di età a cui appartengono, il sesso e le condizioni generali di salute. In Italia, ad esempio, nel 2020, il 14,2% degli uomini e il 6,4% delle donne ha consumato più alcol del dovuto.

CONSUMATORI FUORI PASTO

Bere acolici fuori pasto è riconosciuto come un fattore di rischio aggiuntivo, perché gli effetti dell’alcol sono maggiori a stomaco vuoto e sale il pericolo di sviluppare patologie correlate. In Italia nel 2020 i consumatori di alcolici fuori pasto sono stati ben 16 milioni di persone over 11 anni (41,6% uomini e 22,4% donne).

CONSUMATORI AD ALTO RISCHIO

Vengono incluse in questa categoria tutte le persone che eccedono nel consumo di alcol sistematicamente assumendo più UA del consentito ogni mese, sia a pasto, che fuori pasto, che con modalità binge.

IDENTIKIT DELL’ALCOLISTA: I SINTOMI DA RICONOSCERE

A questo punto, abbiamo compreso che un consumo eccedente le quantità di etanolo consigliate diventa automaticamente un comportamento sconsigliabile, tanto più dannoso quanto inferiore sarà l’età del consumatore o consumatrice. Pertanto è a rischio chiunque consumi più di 14 UA a settimana (o 4 UA in un’unica occasione) se uomo, e più di 7 UA o più a settimana (o 3 UA in unica occasione) se donna. Sempre ad alto rischio sono poi i minorenni che consumano qualunque quantità di alcol e gli over 65 uomini che assumano più di una UA al giorno.

Una persona che beva abitualmente diverse UA al giorno può dunque scivolare, quasi senza accorgersene, nell’alcolismo, avendone serie ripercussioni sulla salute fisica e mentale, sulla vita lavorativa e di relazione. Ma come si fa a capire se l’abitudine è degenerata in dipendenza? Ebbene sono i comportamenti a “tradire” il grado di severità del disturbo da abuso di alcol (AUD), che quindi può essere lieve, moderato, o severo. La persona con un problema di alcolismo tipicamente si riconosce perché:

  • Non è in grado di autolimitarsi nel consumo di bevande alcoliche

  • Trascorre molto tempo a bere e a procurarsi i drink quotidiani

  • Ha seri problemi a completare i suoi obblighi di lavoro o di studio a causa dell’alcol

  • Continua a bere nonostante questo causi a lui o lei problemi nella vita sociale o metta in crisi i suoi rapporti interpersonali

  • Rinuncia o riduce gli impegni sociali o le attività del tempo libero (hobby, sport) per poter bere

  • Ha una ridotta sensibilità agli effetti dell’alcol e deve aumentare progressivamente le quantità

Durante “le sbornie”, quelle che con termine medico vengono definite intossicazioni da alcol, invece, oltre ai classici sintomi motori (andatura incerta, sbandamenti) e neurologici (nistagmo oculare, parlata biascicata e discorsi incoerenti), si possono evidenziare veri e propri cambiamenti nella personalità. Aggressività fisica e/o verbale, disinibizione, perdita del senso critico, atteggiamento polemico possono manifestarsi anche nelle persone normalmente più tranquille. Con il tempo l’alcol compromette progressivamente ma inesorabilmente anche la salute mentale.

Ma soprattutto: l’alcolista sperimenta sintomi di astinenza se interrompe completamente e improvvisamente l’assunzione di alcol dopo periodi prolungati (mesi/anni) di forte e abituale consumo. L’astinenza è una sindrome che tipicamente insorge ore o giorni dopo l’ultima “bevuta” e che si contraddistingue per sintomi facilmente riconoscibili quali: tremori delle mani e della lingua, tachicardia, sudorazione intensa, disturbi del sonno e incubi, nausea/vomito, agitazione, allucinazioni, ansia accentuata, persino, in alcuni casi, crisi epilettiche.

Difficilmente chi sviluppa una dipendenza da alcol si accorge della gravità del suo stato, è più probabile che senta di avere la situazione ancora sotto controllo. Sono più spesso le persone che frequentano l’alcolista (congiunti, amici, colleghi di lavoro/studio), a rendersi conto del problema e a cercare un modo per intervenire. Uscire da una dipendenza come quella da alcol prima che sfoci in esiti drammatici è un percorso ad ostacoli lungo e tortuoso, tanto faticoso per chi lo compie quanto per chi accompagna l’alcolista giorno dopo giorno. Ma i casi di successo non mancano, e raccontare le storie di chi è guarito dall’alcolismo è il modo migliore per dimostrare che sconfiggere una dipendenza è sempre possibile, anche grazie all’aiuto e al supporto dei professionisti sanitari e dei propri cari.

Fonti di riferimento

https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/alcohol-use-disorder/symptoms-causes/syc-20369243
https://www.epicentro.iss.it/alcol/pdf/RAPPORTO%20ISTISAN%20ALCOL%202022%20Osservatorio%20Nazionale%20Alcol.pdf
https://www.who.int/data/gho/data/themes/global-information-system-on-alcohol-and-health
https://www.epicentro.iss.it/alcol/consultazione-oms-global-alcohol-action-plan-2022-2030
https://www.crea.gov.it/web/alimenti-e-nutrizione
Linee guida alcol (Centro di riferimento alcologico della Regione Lazio)