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ALCOLISMO E SALUTE: CONSEGUENZE MEDICHE E SOCIALI DEL DISTURBO DA USO DI ALCOL

L’alcolismo ha importanti ripercussioni sanitarie, impatta negativamente sui legami familiari e danneggia il tessuto sociale. Ne parliamo con gli esperti.

DISTURBO DA ABUSO DI ALCOL: PRINCIPALI COMPLICANZE MEDICHE

Il disturbo da uso di alcol (AUD) è una condizione di estrema gravità che impatta sulla salute generale, sia fisica che psico-mentale, compromettendo la qualità e le aspettative di vita di chi ne soffre.

L’etanolo, la molecola alcolica, ha infatti dimensioni ridottissime, e una volta assunta e assorbita a livello di intestino tenue, attraverso il flusso ematico è in grado di arrivare in ogni organo e apparato del corpo, causando danni nel breve e nel lungo termine. In gravidanza, come vedremo, può oltrepassare la barriera placentare e arrivare al feto. Questa è una delle ragioni per cui le patologie totalmente alcol-correlate (PAC) incluse nei manuali medici sono ben 40. In Italia del 2018, le prime due cause di decessi totalmente alcol-correlati sono state le epatopatie alcoliche, seguite dai disturbi psichici e comportamentali da uso di alcol, le quali hanno rappresentato quasi il 95% delle morti associate ad alcolismo.

Come anticipato, le PAC acute o croniche riconosciute come causate esclusivamente dall’alcol, sono però molte di più. Tra le più frequenti per incidenza, oltre alle due succitate, troviamo la polineuropatia alcolica, la cardiomiopatia alcolica, la gastrite alcolica, l’intossicazione/avvelenamento da alcol, la degenerazione del sistema nervoso, la pancreatite cronica alcolica, la miopatia alcolica. Se ci spostiamo verso le patologie multifattoriali, che quindi non sono causate esclusivamente dall’alcol ma per l’insorgenza delle quali l’eccesso di etanolo costituisce fattore di rischio importante o preponderante, basterà citare il cancro. Le sedi più vulnerabili alla proliferazione cancerosa maligna sono: cavo orale e gola, stomaco, colon-retto, fegato e seno.

Vediamo nel dettaglio in che modo l’uso eccessivo di alcol danneggia i diversi organi e apparati del nostro corpo:

FEGATO

L’abuso di alcol causa steatosi epatica (“fegato grasso”), ed epatite (infiammazione da alcol). A lungo andare il tessuto epatico va incontro ad un processo fibrotico che lo danneggia irreversibilmente (cirrosi epatica).

APPARATO DIGERENTE

Gastrite e ulcere peptiche sono tra le prime conseguenze dell’alcol su stomaco ed esofago. Altro organo bersaglio è il pancreas, soggetto a infiammazione cronica (pancreatite). Possono poi manifestarsi disturbi da malassorbimento perché l’alcol interferisce con il corretto metabolismo di alcune vitamine.

CUORE E CIRCOLAZIONE

I rischi principali sono ipertensione, insufficienza cardiaca, ictus e infarto (aumentano le probabilità di andare incontro a tali eventi). Anche bevute occasionali in modalità binge, possono essere dannose, favorendo aritmie e fibrillazione atriale.

APPARATO SESSUALE

L’abuso di alcol può causare negli uomini disfunzione erettile, nelle donne fertili può alterare il ciclo mestruale fino a causare amenorrea, e compromettere la capacità riproduttiva.

OCCHI

L’alcol in eccesso può portare a nistagmo, che comporta rapidi movimenti oculari involontari. La carenza di tiamina (vitamina B1) alcol correlata può indebolire la muscolatura oculare.

SISTEMA IMMUNITARIO

L’alcol interferisce con la risposta immunitaria, rendendo l’organismo più esposto ad ogni sorta di infezioni anche gravi e sistemiche.

APPARATO LOCOMOTORE

Lo scheletro perde progressivamente massa ossea con insorgenza di osteoporosi e rischio di fratture. L’alcol può inoltre inibire la produzione di piastrine da parte del midollo osseo, elevando il rischio di emorragie e sanguinamenti.

CERVELLO E SISTEMA NERVOSO

Danni irreversibili possono essere l’esito di anni di abuso di alcol. Tra questi segnaliamo: deficit mnemonici (soprattutto della memoria a breve termine), neuropatia periferica, depressione, demenza.

DISTURBO DA USO DI ALCOL: PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO

Il disturbo da uso di alcol (AUD) non è una condizione di facile inquadramento. Per quanto riguarda la diagnosi, il primo passaggio per capire se la persona può avere un problema di alcolismo è quella di sottoporla a test scientificamente sperimentati per accuratezza, e validi a livello internazionale, tra cui spicca l’AUDIT (Alchol Use Disorders Identification Test).

Se, sebbene complessa, la diagnosi di alcolismo sotto il profilo psichiatrico e medico per i singoli casi è affidabile, nonostante i noti tentativi di negazione e depistaggio di chi ne soffre (comportamento tipico in tutti i casi di dipendenze), la valutazione degli effetti che la diffusione dell’alcolismo ha sul tessuto sociale è molto più articolata. Sappiamo che esistono situazioni a rischio, gruppi sociali che per ragioni legate ad evidenti svantaggi economici e culturali sono più vulnerabili a sviluppare una dipendenza da alcol e che andrebbero per questo attenzionati. Ma l’AUD è una sindrome trasversale, che ritroviamo in contesti sociali più “fortunati”, proprio perché le cause psicologiche e ambientali che possono spingere una persona a diventare alcolista sono estremamente soggettive.

In generale, i principali fattori di rischio del disturbo da uso di alcol sono:

Una sottovalutazione dei rischi legati al bere

Viviamo in un Paese di tradizioni contadine, in cui il vino, ma anche alcuni liquori, vengono inclusi nelle abitudini alimentari e il loro consumo quotidiano, nonché l’abuso occasionale, sono sempre stati trattati con indulgenza. In molti casi eccedere nelle quantità superando le UA considerate “sicure”, è talmente facile da passare del tutto inosservato.

Iniziare a bere in giovane età

Si parla di adolescenti, maschi e femmine, che iniziano a bere in modo binge, per “ubriacarsi”. Le frequentazioni amicali e il volersi uniformare al gruppo dei pari rappresentano quindi il fattore socio-culturale di rischio prevalente tra i teenager e i giovani tra i 18 e i 24 anni.

Storia familiare

Per ragioni sia genetiche che ambientali, le persone che crescono in contesti familiari in cui l’abuso di alcol sia già presente sono più a rischio di sviluppare la dipendenza a loro volta. Allo stesso modo, relazionarsi con partner che soffrono di AUD o sono borderline, costituisce ulteriore “trigger”.

Malattie mentali

Soffrire di depressione, disturbi della personalità o psicotici aumenta il rischio di cadere nell’alcolismo, come l’essere alcolisti rappresenta a sua volta un forte fattore di rischio per le malattie mentali. In ambito psichiatrico questo noto fenomeno si definisce “Doppia Diagnosi”, ad indicare che la metà degli alcolisti ha concomitanti disturbi della sfera psichiatrica.

Eventi traumatici

Chi abbia vissuto traumi importanti o abbia sviluppato la sindrome da stress post traumatico (parliamo di eventi catastrofici collettivi, ma anche privati come abusi, lutti, incidenti, malattie, perdita del lavoro, divorzi ecc.) tende a cercare “conforto” nelle sostanze psicotrope come l’alcol.

L’alcolismo non ha solo conseguenze mediche (inclusi gli incidenti legati allo stato di ebbrezza), ma un impatto enorme sulla vita socio-economica e di relazione, e sull’ambiente in cui si vive. Complicanze frequenti sono:

  • Danni lavorativi: indebitamento o fallimento di attività/aziende in caso di imprese o società, e licenziamenti o demansionamenti in caso di lavoro dipendente.

  • Danni economici legati alle “spese” per procurarsi l’alcol e problemi legali conseguenti.

  • Sfilacciamento dei legami familiari. L’alcolismo modifica il comportamento delle persone, inducendo un aumento dell’aggressività che può sfociare in episodi di violenza. L’alcolista inoltre perde la capacità di far fronte agli impegni familiari quotidiani, sfugge alle responsabilità, si nega al confronto, diventa assente ed evitante.

  • Elevata probabilità di commettere reati e avere problemi giudiziari. L’abuso di alcol porta a sottostimare la gravità delle proprie azioni e a perdere i freni inibitori. Crimini quali stupri, aggressioni e omicidi stradali sono pertanto più probabili.

  • Aumento del rischio suicidario.

  • Aumento del rischio di diventare dipendenti da altre sostanze.

Contrastare la diffusione dell’alcolismo con opportune strategie interdisciplinari e interventi istituzionali e governativi adeguati ai contesti, è pertanto un modo efficace anche per limitare i danni al tessuto sociale che ne derivano. “Salvare” una persona dalla dipendenza da alcol significa anche prevenire eventuali comportamenti delittuosi, atti criminali, diffusione del problema (abbiamo visto che la familiarità è un grave fattore di rischio), morti precoci e sfaldamento dei legami familiari. Sotto il profilo della pubblica sicurezza e del benessere sociale e relazionale dei cittadini di ogni età, rappresenta evidentemente un investimento di primaria importanza.

ALCOLISMO: PERCHÉ LE DONNE RISCHIANO DOPPIO

Per ragioni biologiche la quantità di alcol che una donna può bere senza risentirne (o minimizzandone gli effetti negativi), è la metà di quella riservata agli uomini.

La struttura fisica della donna è infatti più minuta di quella maschile, con meno sangue e meno liquidi circolanti e una capacità di metabolizzare l’alcol inferiore rispetto a quella maschile.

Quanto bevono le donne in Italia? Molto meno degli uomini, secondo le stime ufficiali e più recenti del rapporto ISTISAN 2022 commissionato dall’ISS.

Nel 2020 il 9,4% delle donne (minorenni incluse) ha ecceduto nel consumo di alcol. Sebbene meno della metà degli uomini, le donne però soffrono le conseguenze dell’abuso di alcol il doppio degli uomini.

Vediamo perché stando ai dati di studi clinici sulle differenze di genere nel disturbo da uso di alcol e nelle dipendenze in generale:

  • Le donne generalmente accusano complicanze mediche più gravi, tra cui deficit motori e cognitivi.

  • Nelle donne si è osservato il cosiddetto “fenomeno telescopio” ovvero un ingresso nella dipendenza conclamata più rapida e drammatica rispetto a quanto accada agli uomini. L’effetto telescopio potrebbe avere cause ormonali, legate al “circuito della ricompensa” della dopamina, e psichiatriche, associate a livelli di ansia generalmente più elevati nella popolazione femminile.

  • Il rischio di sviluppare cirrosi epatica è, rispetto alle donne astemie, maggiorato del 60%. Negli uomini alcolisti il rischio è senza dubbio maggiore rispetto a chi non beve, ma “solo” del 24,3%. Questo perché, come abbiamo visto, la capacità di metabolizzare l’alcol del fegato femminile è inferiore rispetto a quella maschile.

  • Le donne alcoliste rispetto agli uomini alcolisti vivono con più vergogna la loro condizione soffrendo un “doppio peso” dello stigma sociale legato all’abuso di alcol. Per tale ragione nascondono meglio e più a lungo il problema, e hanno molte più remore ad entrare nei SerT e nei gruppi di mutuo auto aiuto. Purtroppo ciò ritarda e complica il percorso di recupero, cosicché quando entrano in terapia, le donne con AUD sono spesso in condizioni cliniche più severe rispetto agli uomini.

  • Le donne alcoliste possono contare meno degli uomini sul supporto di partner e familiari, e anche per queste ragioni sono più inclini alla depressione.

  • Le donne alcoliste rischiano doppio anche per un’altra ragione: in gravidanza possono trasmettere la sindrome alcolica al feto, proprio perché l’etanolo supera la barriera placentare.

GUARIRE DALL’ALCOLISMO: LE MODALITÀ DI INTERVENTO

Nessuno può “costringere” una persona che abbia un problema di dipendenza a curarsi. Si tratta di una decisione che l’alcolista deve assumersi in totale autonomia. Gli stimoli a fermare il percorso di autodistruzione possono provenire dall’ambiente esterno (ad esempio dalla famiglia, o dagli amici) come dalla stessa linfa vitale dell’individuo, che può sempre attingere alle proprie risorse interiori. Non tutti gli uomini e le donne con problemi di alcolismo hanno famiglie o partner da cui essere supportati. Nondimeno, la sola forza di volontà, quando autentica e tenace, e l’aiuto di medici e terapisti, possono bastare. Gli interventi per i casi di alcolismo si distinguono in due categorie.

Un intervento breve, che si “limita” a fornire informazioni sui pericoli alcol-correlati e consigli su come modificare la propria inclinazione verso l’abuso etilico, spesso conseguente ad un trattamento sanitario in casi di ubriachezza violenta, di intossicazione alcolica o coma etilico. Si effettua una “misurazione” del livello di rischio tramite test come l’AUDIT, esami emato-chimici di laboratorio, nonché una visita obiettiva per la valutazione sintomatica della sospetta sindrome alcolica. Se la diagnosi di AUD è confermata, si consiglia il secondo step, l’intervento a lungo termine che maggiormente ci interessa in questa sede perché non si limita a “tamponare i danni”, ma prefigura un’uscita dall’alcolismo.

Una volta che la persona con disturbo da uso di alcol entri nell’ordine di idee di voler guarire, ricominciando una nuova vita, è ai SerT che si deve rivolgere, ovvero al più vicino Centro alcologico presente nei Servizi per le Tossicodipendenze. Talvolta l’alcolista preferisce afferire a Centri più lontani dal proprio domicilio, per ragioni di privacy. In ogni caso, i Centri alcologici dipendono dal SSN e nel nostro Paese funzionano tutti più o meno nello stesso modo.

La presa in carico della persona con AUD è infatti multidisciplinare. Medici, psicoterapisti, psichiatri, e assistenti sociali studiano i singoli casi per mettere a punto il percorso di cura più adeguato, che può combinare terapie farmacologiche con programmi di terapia psico-comportamentale. Spesso può presentarsi la necessità di un ricovero temporaneo o prolungato, qualora le condizioni cliniche e psichiatriche fossero particolarmente deteriorate. Ciò accade, ad esempio, in storie di alcolismo di lunga data.

In molti casi, non ultimo quelli dei minorenni, il ruolo dei familiari e il loro coinvolgimento nel percorso di cura dell’alcolista rappresentano un tassello fondamentale.