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ISOLATI E CONNESSI: FENOMENO HIKIKOMORI E DIPENDENZA DAL WEB NEGLI ADOLESCENTI E GIOVANI ADULTI ITALIANI

Fenomeno Hikikomori nel mondo e in Italia: chi sono, come riconoscere i sintomi, come aiutarli. Raccontiamo le loro storie, ne parliamo con gli esperti.

Scegliere di autorecludersi tra le quattro mura della propria stanza. Uscire solo se strettamente necessario per espletare i bisogni corporali. Mangiare in camera, vivere in camera. Dormire quando si ha lo stimolo, magari durante le ore diurne. Usare la notte per navigare sul web, per pensare, o per vegliare senza scopo. Per mesi, per anni. Figuratevi questa vita, e immaginate che a volerla siano ragazzi e ragazze molto giovani, ma anche persone più adulte, persino over 30. Pensate alle ricadute sui familiari, sugli amici e conoscenti, sui compagni di scuola o sui colleghi di lavoro. Perché se diamo per scontato che “nessun essere umano è un’isola”, gli hikikomori rappresentano l’eccezione che spaventa e sbigottisce. La loro torre d’avorio se la costruiscono con metodo, scavando un profondo fossato intorno, e tenendo il ponte levatoio blindato con strette catene più a lungo che possono. Stiamo entrando in un territorio che di umano non ha (quasi) più nulla.

HIKIKOMORI: IL CIELO IN UNA STANZA

Sintomi e fattori di rischio

Età, durata, diagnosi

Numeri

Rapporto conflittuale con la società “esterna”

Conseguenze

Hikikomori e famiglie

SINTOMI E FATTORI DI RISCHIO

L’ETÀ MEDIA di inizio del ritiro sociale è 15-16 anni, ma può avvenire in qualunque momento e, purtroppo, diventare una condizione di vita stabile e DURATURA per anni, persino decenni se non vi è un intervento riabilitativo efficace. Sia in Giappone che in Italia il fenomeno dell’hikikomori sta interessando sempre più 30/40enni. In particolare nel Paese del Sol Levante solo il 10% degli hikikomori è minorenne, e l’età media di insorgenza è in aumento1. Perché si giunga ad una DIAGNOSI di hikikomori, la reclusione volontaria entro le mura dalla propria stanza deve perdurare per almeno sei mesi.

L’evoluzione di questi ragazzi sta tra l’essere un animale sociale e vivere gli altri come un inferno per dirla con Sartre! Essi lentamente perdono il fascino della relazione con l’altro e intraprendono una strada verso il non umano!

(Professor Ignazio Ardizzone, neuropsichiatra infantile ed esperto di hikikomori)

ETA’, DURATA E DIAGNOSI

In partenza abbiamo un soggetto timido, introverso, che soffre il giudizio altrui (ansia/fobia sociale) ma allo stesso tempo contesta la società e le sue convenzioni. Il ritiro si costruisce gradualmente. Se l’hikikomori è nell’età dell’adolescenza può iniziare a chiedere di non andare a scuola in modo sporadico, per poi rendere sempre più frequente, e infine permanente, l’astensione dall’attività scolastica. Analogamente si comportano i soggetti più adulti, sia che frequentino l’università o che abbiano un lavoro. Con le relazioni interpersonali e le amicizie avviene lo stesso. Inizialmente si escludono dalla propria cerchia le persone considerate meno importanti, poi, via via, ci si allontana da tutti, anche dagli amici/che del cuore. I segnali prodromici dell’hikikomori sono quindi spesso trascurati, proprio perché inizialmente assimilabili alle tipiche volubilità dell’adolescenza o a peculiarità caratteriali.

Tra i principali FATTORI DI RISCHIO e fattori precipitanti si annoverano: l’essere stati vittime di bullismo e persecuzioni da parte dei coetanei; l’aver subito traumi nell’infanzia; l’essere cresciuti in un ambiente familiare disfunzionale (distaccato o iperprotettivo); la convivenza con familiari affetti da problemi psichiatrici; l’aver accumulato fallimenti scolastici (anche a livello universitario).

NUMERI

Sebbene il fenomeno hikikomori sia ancora relativamente poco conosciuto, in realtà i numeri costantemente crescenti a livello globale dovrebbero generare un moderato allarme, e spingere i governi nazionali a creare commissioni ad hoc per il censimento delle persone che si autorecludono e che, soprattutto, siano in età lavorativa. In Giappone si stima un milione di hikikomori (per la precisione 1,15 milioni, dati del 2019), ma secondo le valutazioni degli esperti (tra cui lo psichiatra Saitō Tamaki, considerato uno dei massimi studiosi del fenomeno) la cifra complessiva potrebbe arrivare ai dieci milioni (Fonte Nippon.com). Esiste un forte stigma sociale, che spinge le famiglie a “nascondere” i propri figli o congiunti in autoreclusione, e che crea un sommerso difficilmente stimabile e, peggio ancora, raggiungibile per un intervento di recupero. I numeri nel resto del mondo sono variabili, ma comunque in aumento. Il fenomeno è presente in Europa, negli USA e in tutto il sud-est asiatico. Nel nostro Paese la popolazione di hikikomori era stimata in 30mila unità nel 2016, ma secondo l’Associazione Hikikomori Italia (una onlus che riunisce i genitori di ragazzi e ragazze hikikomori) la cifra complessiva dovrebbe aggirarsi intorno alle 100mila unità (2020-21).

RAPPORTO CONFLITTUALE CON LA SOCIETÀ “ESTERNA”

La CRITICA ALLA SOCIETÀ derivante dall’ansia sociale e, sovente, dagli episodi di bullismo sofferti, è comune negli hikikomori. Le persone “fuori” sono viste in modo negativo e descritte come cattive, ipocrite, superficiali. Tuttavia, gli e le hikikomori, seppur chiamandosi fuori dal consorzio umano e rivendicando la propria come una scelta razionale e volontaria, sentono fortemente l’attrazione per quel contesto sociale che criticano. L’hikikomori si sente “diverso”, fuori dagli standard di normalità e di tollerabilità che la società impone. Creature non incasellabili, non gestibili, costantemente fuori luogo e fuori contesto. L’atteggiamento è distaccato, giudicante.

CONSEGUENZE

Nel tempo, si perdono le abilità sociali fondamentali. La reclusione volontaria prolungata produce inevitabili CONSEGUENZE sulla cura personale, sulla gestione del tempo, sui ritmi circadiani e sulla capacità di comunicare in modo naturale con altri esseri umani. Il linguaggio si riduce all’essenziale, perché dietro una porta chiusa, non c’è bisogno di fare lunghi discorsi. L’hikikomori esclude il corpo dal suo raggio di interesse, mangiando in modo disordinato e in orari casuali, trascurando l’igiene, dormendo di giorno e vegliando la notte. Di fatto si produce un progressivo abbrutimento, con conseguente deperimento dello stato fisico e mentale2. Le principali attività riguardano la navigazione sul web, e l’interazione virtuale tramite social o messaggistica.

“Con il tempo credo di aver compreso che questi pazienti precocemente sviluppano una Noosfobia, una paura angosciosa cioè delle intenzioni, dei sentimenti, dei pensieri dell’altro, una evoluzione paranoica della teoria della mente che ha origini precoci e che segnerà il percorso evolutivo del rapporto tra il Sé e l’altro”.

(Professor Ignazio Ardizzone, neuropsichiatra infantile ed esperto di hikikomori)

HIKIKOMORI E FAMIGLIE

IL RAPPORTO CON LA FAMIGLIA D’ORIGINE, in particolare i genitori se entrambi viventi, assume i contorni del dramma quotidiano. Questo perché l’hikikomori non percepisce se stesso come un “problema”, ma pretende che le regole della casa ruotino intorno alle sue necessità. Una forma suprema di egoismo che scaturisce dalla volontà ribadita e rivendicata di avere il diritto di scegliere come vivere senza adeguarsi alle aspettative familiari (di studio/lavoro/sport ecc.), vissute come una violenza. In Giappone l’estrema competitività della società, che investe soprattutto i soggetti di sesso maschile, è stata inclusa come fattore di rischio “strutturale” per l’insorgenza dell’hikikomori. Molti casi certificati si sono verificati in ragazzi particolarmente dotati, sui quali le pressioni per il raggiungimento di performance scolastiche/sportive o di altro genere a livelli altissimi, aveva prodotto un crollo e un conseguente ritiro entro i confini delle proprie stanze come ultima espressione di ribellione3. In Italia, però, così come in altre aree del mondo dove il fenomeno dell’isolamento sociale volontario si è ugualmente presentato, altre sono per lo più le cause/condizioni all’origine dell’hikikomori.

Gli hikikomori italiani possono essere definiti come soggetti che non rifiutano la società a priori, facendo al contrario di tutto per farne parte, ma che per fattori personali e ambientali che producono in loro stati emotivi negativi, non riescono in questo intento, giungendo a convincersi di non essere attrezzati per vivere in un contesto sociale e che per questo l’unica soluzione possibile è quella di rinchiudersi nella propria stanza. In più, si attua in loro il convincimento che attraverso l’isolamento si possa raggiungere una condizione di autonomia e di libertà perché non si è più costretti a fare ciò che gli altri si aspettano da loro “.

“The hikikomori phenomenon in Italy at the time of the pandemic: pedagogical implications” Karin Bagnato on “Annali online della Didattica e della Formazione Docente” Vol. 13, n. 21/2021, pp. 129-149 – ISSN 2038-1034

Comune è invece la perdita della capacità empatica, la maturazione di un atteggiamento sempre più indifferente ai bisogni e alle sofferenze altrui, l’ostilità passivo-aggressiva nei riguardi dei congiunti se non assecondano le loro scelte. Per l’hikikomori sapere di rappresentare “un peso”, anche economico, per la famiglia non costituisce elemento determinante nella volontà di uscire dalla propria condizione. Al contrario, ed è questo il nodo più complesso da sciogliere anche per medici e terapisti, l’hikikomori vuole essere lasciato in pace, nel suo mondo isolato, connesso alla rete, e senza altri contatti. Questo è il suo paradiso infernale.

“No, non frequento i tuoi locali, me ne fotto di star fuori,

Resto chiuso e sto da solo, sono un vero hikikomori

Questa è l’anticamera del tempo, resto solo, resto fermo

Ma in costante movimento

E il naufragar mi è dolce in questo mare

E basta chiedermi di uscire”.

Artemix, Hikikomori

Il cantautore milanese Federico Artemi (23 anni), in arte Artemix, racconta in un rap cosa significa essere (stati) hikikomori. Il brano è disponibile anche su Spotify

Fonti:

1Nicholas Tajan “Mental Health and Social Withdrawal in contemporary Japan: Beyond the hikikomori spectrum” Published January 5, 2021 by Routledge
2Yukiko, Pionniè-Dax, Dorard, Tajan, Hikida on “Identyifing Social withdrawal (hikikomori) factors in adolescents: understanding hikikomori spectrum” Child Psychiatry & Human Development, 2021
3Nicola Tajan “Mental Health and Social Withdrawal in contemporary Japan: Hikikomori subjects narratives”, Published in, 2021 by Routledge