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DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE: COSA SONO, CHI NE SOFFRE, COME SI RICONOSCONO, QUALI SONO LE CAUSE

Anoressia, bulimia, binge eating disorder sono in aumento tra giovani e giovanissimi, soprattutto donne. In Italia ne soffre il 5% della popolazione generale, e quasi il 10% delle teenager tra i 12 e i 17 anni. Scopriamo cosa sono e come si riconoscono i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione.

DAI DCA AI DNA

Continuiamo a chiamarli Disturbi della Condotta alimentare (DCA), ma il DSM-5 ha aggiornato la loro definizione in un più pertinente Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA). Il problema non è mai il cibo, ma l’uso che la persona ne fa e il significato metaforico che assume. Il cibo come nemico, il cibo come arma, il cibo come droga. I disturbi alimentari sono probabilmente le malattie psichiatriche che più profondamente incidono sul sistema corpo-mente, perché se non diagnosticati e curati adeguatamente possono cronicizzare e diventare l’unico rapporto possibile con ciò che nutre. Gli effetti di anni di DNA si traducono in sconvolgimenti strutturali di natura psico-emotiva, biochimica, comportamentale difficilmente prevedibili. E tanto inferiore è l’età di insorgenza, tanto maggiori saranno le conseguenze e le complicanze possibili. Se ne può uscire completamente? La risposta è sì, con approccio terapeutico integrato multidisciplinare che costruisca intorno alla persona con disturbi alimentari un’invisibile, robusta e amorevole rete anti caduta. Il percorso è lungo e periglioso, ma vale una vita.

DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE: CONOSCIAMOLI

I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione classificati come tali dal DSM-V sono diversi, ciascuno con precise caratteristiche e sintomatologia correlata. Conosciamoli soffermandoci con più attenzione su anoressia nervosa, bulimia nervosa e binge eating disorder (disturbo da alimentazione incontrollata).

ANORESSIA NERVOSA (AN)

Le persone che soffrono di anoressia nervosa limitano in modo sistematico e ossessivo l’introito di cibo, in particolare di cibo nutriente, ricco di zuccheri o grassi, non perché non avvertano lo stimolo della fame, che è sempre presente, ma per evitare di ingrassare. La percezione del loro peso è infatti alterata, e sebbene le persone anoressiche possano scendere drammaticamente sotto il limite di 18,5 di IMC (Indice di Massa Corporea) o del 5° percentile se parliamo di bambini/e o adolescenti, possono non riuscire comunque a sentirsi magri/e. Tipicamente le ragazze anoressiche si mostrano maniacalmente interessate al cibo, alla forma fisica, alle diete. Scelgono di consumare in modo esclusivo pietanze scondite e povere di calorie, o alcuni cibi proteici, consumandoli in tempi dilatati, ad esempio con la tecnica dello sminuzzamento in piccolissimi bocconi. Si vestono in modo da non rivelare le loro forme sempre più gracili, con indumenti scuri, ampi e casual, si sfiniscono con l’attività fisica. L’anoressia nervosa si suddivide in due principali sottocategorie:

  • anoressia nervosa con restrizione, se nell’arco di 3 mesi la persona ha ridotto l’assunzione di cibo e aumentato l’esercizio fisico senza episodi di abbuffate seguite da modalità purgative di eliminazione del cibo ingerito (attraverso il vomito, i lassativi eccetera);
  • anoressia nervosa con abbuffate, se nell’arco di 3 mesi la persona ha alternato dieta restrittiva con abbuffate episodiche seguite da modalità purgative di eliminazione del cibo ingerito.

L’anoressia nervosa può avere diversi gradi di gravità a seconda della percentuale di peso perso, fino ad arrivare a condizioni che mettono a rischio la vita quando l’IMC scende sotto i 15 kg/m2. Il 90% delle persone anoressiche è di genere femminile.

BULIMIA NERVOSA (BN)

La bulimia nervosa è “parente” stretta dall’anoressia nervosa, dato che i due disturbi dell’alimentazione in molti casi si alternano. Il soggetto bulimico può presentare un peso nella norma, è ciò rende più complesso arrivare ad una diagnosi, e prima ancora alla scoperta del disturbo. Si può parlare di bulimia quando la persona, in modo sistematico e rituale, si abbuffa in modo incontrollato almeno una volta a settimana. Tali abbuffate, però nulla hanno a che vedere con le mangiate abbondanti di chi desideri soddisfare un robusto appetito. I cibi non vengono infatti scelti e assaporati per la loro bontà al palato, ma ingurgitati con foga per riempire lo stomaco fino a stare male, e possono non essere particolarmente graditi alla persona. L’importante è mangiare da soli/e, voracemente e rapidamente la maggior quantità di cibo possibile. Successivamente, la persona bulimica si induce il vomito allo scopo di liberarsi altrettanto velocemente della massa di cibo ingerita. Questa condotta compensatoria può attuarsi anche tutti i giorni dopo i pasi principali, e più volte al giorno nei casi più gravi, e comportare squilibri biochimici importanti. La persona bulimica può compensare le abbuffate anche tramite purganti/diuretici o attività fisica compulsiva.

BINGE EATING DISORDER (BEM)

Il disturbo da alimentazione incontrollata, questa la traduzione italiana del binge eating disorder, è simile alla bulimia, ma non prevede condotte di eliminazione del cibo. Per questa ragione la persona che ne soffre spesso appare sovrappeso o obesa. Anche in questo caso, attenzione a non confondere queste abbuffate fatte non per fame ma per colmare altri bisogni, e che non recano piacere ma solo sensi di colpa, con il “sano” appetito. Le persone che soffrono di binge eating disorder si abbuffano in solitudine e non selezionano il cibo sulla base di criteri preferenziali, bensì ingurgitano tutto ciò che trovano a disposizione senza provare repulsione neppure per cibi scaduti o mal cotti.

ALTRI DISTURBI DELLA NUTRIZIONE E DELL’ALIMENTAZIONE

Ortoressia. Disturbo alimentare particolarmente difficile da diagnosticare perché “camuffato” da comportamento salutista. La persona ortoressica si mostra ossessionata dalle caratteristiche nutrizionali, dalla qualità e dall’origine del cibo che mangia tanto da pensarci in continuazione e da limitare fortemente la propria vita sociale e relazionale se non riesce ad avere totale controllo sul cibo proposto in tali occasioni. L’ortoressia è trasversale, colpisce uomini e donne di ogni età, e la sua incidenza è in aumento.

Vigoressia. Disturbo dell’alimentazione spesso collegato con l’ortoressia, sembra prediligere i giovani maschi che frequentano le palestre. La vigoressia infatti consiste nell’ossessione della forma fisica e della definizione muscolare ottenute tramite la ginnastica, l’alimentazione, e, talvolta, l’assunzione di specifici integratori. Difficile da scoprire, e in forte ascesa, la vigoressia si riconosce proprio per la rigidità con cui la persona che ne soffre mantiene la sua ferrea disciplina.

Drunkoressia. Nata come “moda” negli Usa e diffusa soprattutto tra i/le teenager, la drunkoressia è accomunabile all’anoressia perché consiste nell’assunzione di ingenti quantità di alcol a scopo “dimagrante” come sostituti del cibo. Le conseguenze sono, evidentemente, gravissime sotto il profilo socio-sanitario.

Da segnalare altri DNA con specifiche caratteristiche, tra cui la diabulimia, che riguarda le persone diabetiche e che consiste nel sottrarsi alle iniezioni di insulina quotidiane allo scopo di non ingrassare, con gravissime ripercussioni sulla salute, e la Sindrome da Alimentazione notturna, che comporta abbuffate incontrollate durante la notte, e sempre di nascosto.

QUANTO SONO DIFFUSI I DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE?

Dal punto di vista epidemiologico, nella sola Italia si stima che tre milioni di persone, pari al 5% della popolazione globale, soffrano di Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, con un trend in aumento soprattutto tra i/le giovanissimi/e. A tal riguardo, allarmanti sono i dati diffusi dall’ISTAT e da sondaggi condotti per conto del Ministero Della Salute tra il 2020 e il 2021, che riferiscono:

  • un aumento dell’incidenza dei DNA del 40% nel 2020, rispetto al 2019;

  • un abbassamento dell’età di esordio dei disturbi alimentari tanto che il 6% delle diagnosi riguarda bambini e bambine sotto i 12 anni e il 30% dei e delle pazienti ha meno di 14 anni;

  • un aumento dell’incidenza tra i maschi nella fascia di età tra i 12 e i 17 anni.

In generale, anoressia e bulimia continuano a colpire prevalentemente le giovani donne e le adolescenti (90% delle diagnosi), con un’età media tra i 13 e i 25 anni. Per quanto riguarda la diffusione dei singoli DNA, la diagnosi prevalente è di anoressia nervosa (oltre il 42% dei casi), seguita da bulimia nervosa (18,2%) e da binge eating disorder (14,6%).

COVID-19 E LOCKDOWN: EFFETTO BOOM SUI DISTURBI ALIMENTARI

Il 40% in più di diagnosi di Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione nel 2020 conferma tristemente il trend di crescita delle patologie mentali nell’Annus Horribilis della pandemia da Covid-19. Le misure di contenimento del contagio hanno prodotto conseguenze drammatiche sulla salute mentale delle persone di ogni età, e in particolare di adolescenti e giovani in Italia e nel mondo. Uno report scientifico basato sulla revisione e comparazione di 11 studi condotti in diversi Paesi per indagare il rapporto tra DNA e lockdown conseguente da Covid-19 e pubblicato nel 2022 lascia poco spazio ai dubbi. Le misure restrittive, il confinamento domestico, le paure legate al contagio con conseguente aumento di ansia e depressione, l’impossibilità di accesso alle strutture di cura e ai servizi di supporto hanno funto da trigger dei disturbi alimentari esacerbando i sintomi. Le persone con diagnosi di DNA in questi due anni sono peggiorate nella maggior parte dei casi. Un trend che non accenna ancora a diminuire.

RICONOSCERE I DISTURBI ALIMENTARI: I SINTOMI FISICI E COMPORTAMENTALI

La diagnosi precoce dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione rappresenta anche l’arma migliore per prevenirne le complicanze sia a livello fisico che mentale. Tuttavia, riconoscere anoressia, bulimia, binge eating disorder e altri disturbi alimentari meno diffusi non è affatto cosa semplice, soprattutto per chi vive a contatto quotidiano con persone che ne soffrono. Stiamo parlando, infatti, di giovani, in particolare donne, con caratteristiche di personalità e caratteriali non stigmatizzabili. Si tratta per lo più di ragazzi/e che vanno bene a scuola, fanno sport, che non sembrano “diversi/e” dai e dalle loro pari, cui si uniformano per gusti e interessi. La ricerca della solitudine, gli sbalzi d’umore, il desiderio di dimagrire e di apparire fisicamente in forma, la dipendenza dai social, non sono forse comportamenti tipici di tutti/e gli/le adolescenti? Quali sono, allora, i campanelli d’allarme?

SINTOMI COMPORTAMENTALI DEI DNA
  • cambiamento progressivo nel modo di mangiare, spesso collegato a diete dimagranti fai da te;
  • ossessione per il cibo, le modalità con cui viene cucinato e/o condito, e per le calorie;
  • desiderio di cucinare esclusivamente per gli altri cibi appetitosi, che però la persona con DNA non tocca;
  • cibo che viene sminuzzato fino a ridurlo in bocconi piccolissimi;
  • attività fisica compulsiva;
  • tendenza all’isolamento;
  • riduzione graduale delle occasioni di incontro sociale specialmente se hanno a che fare con il cibo (pizzate, feste, compleanni) motivata da scuse poco plausibili;
  • rifiuto selettivo di alcuni cibi, ad esempio i carboidrati, adducendo problemi fisici autodiagnosticati (intolleranze alimentari, bruciore di stomaco, gonfiore ecc.);
  • predilezione per tutti i cibi ipocalorici;
  • irritabilità, sbalzi repentini di umore;
  • “scomparsa” di cibi dal frigo o dalla dispensa, confezioni di biscotti, gelati o altro che si svuotano incomprensibilmente;
  • necessità di ricorrere al bagno subito dopo i pasti, e anche fuori casa, per tempi relativamente lunghi;
  • continua misurazione del peso ma anche della regolarità intestinale;
  • ossessione per il profitto scolastico e ansia da prestazione;
  • ossessione per il controllo dei pasti, nessuno può interferire o apportare delle modifiche alla routine alimentare di chi soffre di DNA;
  • ossessione per il “corpo conforme”, per l’aspetto fisico, per la magrezza, per certi dettagli anatomici tra cui la distanza tra le cosce (thig gap).
SINTOMI FISICI DEI DNA
  • repentina perdita di peso, o peso oscillante;
  • aspetto emaciato;
  • colorito spento, pelle secca o comparsa di macchie e/o peluria sul viso;
  • sincopi improvvise, collassi, crolli glicemici;
  • viso gonfio “a gatto”;
  • edemi agli arti inferiori;
  • problemi ai denti con erosione dello smalto dentale;
  • ferite agli arti;
  • insonnia, disturbi del sonno;
  • dolori addominali, crampi, bruciore di stomaco, reflusso gastroesofageo;
  • aritmia, ipotensione;
  • comparsa del tipico segno di Russel, sorta di callo che si forma sul dorso della mano e dovuta alle lesioni degli incisivi nella prativa del vomito autoindotto;
  • amenorrea.

FATTORI DI RISCHIO DEI DNA

Incidono sul rischio di sviluppare un disturbo dell’alimentazione moltissime condizioni ambientali e psico-fisiche da inquadrare settore per settore. Vediamo schematicamente i principali fattori predisponenti e precipitanti di anoressia, bulimia e binge eating disorder.

FATTORE FAMILIARE E GENETICO

Chi nasce e cresce in contesti familiari in cui sono presenti i DNA, e soprattutto se è la madre a soffrirne, ha più probabilità di ammalarsi a sua volta. Aver subito molestie, abusi, maltrattamenti, violenza sessuale, fisica o mentale da parte di uno o più familiari è un forte fattore di rischio. Tutti le famiglie disfunzionali – con genitori assenti, malati, anaffettivi, affetti da dipendenze ecc. – sono brodo di coltura per i DNA. Figure familiari o parentali che ripetutamente esprimano giudizi critici sull’aspetto fisico e/o sul peso, o sulle modalità di espressione del genere di assegnazione alla nascita fungono da trigger dei disturbi alimentari.

FATTORE AMBIENTALE

Aver subito umiliazioni ed essere stati/e derisi/e per il proprio aspetto fisico dai propri pari, o essere stati/e sottoposti/e a veri e propri atti di bullismo o cyberbullismo, rappresentano forti fattori di rischio. In età infantile o adolescenziale il giudizio altrui sul peso e sull’estetica del corpo, anche espresso in maniera scherzosa in contesti extra familiari costituisce forte fattore di rischio. Aumenta il rischio anche il praticare certi tipi di sport in cui il peso venga continuamente controllato, ad esempio: ginnastica artistica o ritmica, danza ecc. Allo stesso modo, ambienti quali quelli della moda, in cui continuano ad essere imposti modelli malsani di bellezza e di magrezza, sono estremamente pericolosi per ragazze e ragazzi molto giovani che entrino nel giro delle agenzie di modelli/e.

FATTORE PSICOLOGICO

Non esiste un identikit psicologico preciso della persona a rischio di disturbi alimentari, tuttavia esistono tratti caratteriali ed esperienze personali che possono favorire lo sviluppo di un DNA. Eventi traumatici come lutti, separazioni, bocciature, esperienze sessuali spiacevoli fungono da agenti precipitanti. Scarsa autostima, rapporto conflittuale con il corpo, eccessivo perfezionismo volto a dimostrare di “meritare” affetto e considerazione in virtù delle proprie performance a scuola o nello sport costituiscono fattori di rischio. Per molte ragazze anoressiche il menarca e l’ingresso nell’adolescenza vengono vissuti come passaggi traumatici, e questo rifiuto di crescere conduce verso il rifiuto del cibo. Le persone che si ammalano di DNA cercano, con il controllo sul cibo, di controllare tutti gli altri aspetti dell’esistenza.

FATTORE SOCIO-CULTURALE E MEDIATICO

La magrezza e la bellezza esibiti come valori supremi, l’ostentazione della forma fisica anche attraverso l’immagine mediatica di persone più o meno famose, e di propri pari, spingono persone che non si sentono all’altezza di tali modelli, a fare di tutto pur di aderirvi. Al contempo, l’enfasi sull’arte gastronomica, il dilagare di contest, video di influencer e programmi tv che pongono al centro della narrazione mediatica il cibo amplificandone il potere seduttivo possono condurre a sviluppare forme di ossessione morbosa nei riguardi della cucina e di ciò che si mangia.

LE CONSEGUENZE DEI DISTURBI ALIMENTARI SUL CORPO E SULLA MENTE

I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione rappresentano una delle prime cause di morte per patologie mentali tra giovanissimi/e nei Paesi sviluppati. Una morte terribile che può arrivare presto per consunzione, altrimenti detta inedia, o per suicidio. Il decesso può sopravvenire in età più avanzata, anche matura, ma comunque precoce rispetto alle aspettative di vita medie a causa delle complicanze dei DNA a livello fisico e mentale. La denutrizione, la malnutrizione, il digiuno, le modalità purgative tra cui il vomito autoindotto, l’assunzione scriteriata di lassativi e diuretici, possono deteriorare lo stato fisico in modi non sempre del tutto recuperabili a meno di non intervenire bene e in fretta. Vediamo cosa può accadere ad un corpo sottoposto ad anni di maltrattamenti nutrizionali.

CONSEGUENZE FISICHE DEI DNA
  • diabete;
  • disturbi cardiocircolatori;
  • scompensi elettrolitici gravi;
  • emorragie interne;
  • infiammazione di esofago, stomaco e/o duodeno;
  • danni epatici e renali;
  • amenorrea, disfunzioni dell’apparato riproduttivo femminile, infertilità;
  • indebolimento osseo, osteoporosi;
  • blocco della crescita;
  • erosione e caduta dei denti, infezioni gengivali;
  • squilibri ormonali e endocrinologici;
  • anemia;
  • deficit mnemonici e difficoltà di concentrazione;
  • caduta dei capelli;
  • disidratazione;
  • rigonfiamento delle ghiandole salivari.
CONSEGUENZE MENTALI DEI DNA
  • Isolamento patologico;
  • istinti suicidari;
  • web addiction;
  • autolesionismo;
  • comorbidità tra cui ansia e depressione;
  • tendenze ossessivo-compulsive, atteggiamenti maniacali;
  • disturbi dell’umore;
  • disturbi del sonno.

INTERVISTA A LEONARDO MENDOLICCHIO, PSICHIATRA, UNO DEI MASSIMI ESPERTI IN ITALIA NEL TRATTAMENTO DEI DISTURBI DELLA CONDOTTA ALIMENTARE (DCA)

Il dottor Leonardo Mendolicchio è Direttore dell’unità Operativa di Riabilitazione dei Disturbi alimentari e della Nutrizione presso l’IRCCS Auxologico Piancavallo, in provincia di Verbania.

INTERVISTA A FRANCESCA FIALDINI, CONDUTTRICE DELLA DOCU-SERIE RAI “FAME D’AMORE” SUI DISTURBI ALIMENTARI

Francesca Fialdini è autrice e conduttrice tv. Dal 2020 al 2023 si è dedicata a Fame d’amore, una docu-serie prodotta da RAI 3 e Ballandi, incentrata sulle storie di ragazze e ragazzi in lotta con i Disturbi dell’Alimentazione.